Manoscritti dalla Biblioteca Ambrosiana

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Ad integrare la relazione di Guido Panciroli (1523–1599) all'imperatore Rodolfo I d’Absburgo sull'assedio di Fülek (oggi Filakovo, Slovacchia) nel 1593 (1), la collezione della Biblioteca Ambrosiana comprende belle incisioni e mappe, come l'incisione di Wolfgang Meyerpeck (2).

Luogo di conservazione: Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Segnatura: Biblioteca Ambrosiana, Milano, Manoscritti, I 70 suss
Data: 1593-1594

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Un manoscritto francescano dalla prima metà del XV secolo, conservato presso la Biblioteca Ambrosiana descrive tra l’altro la vita di S. Elisabetta. La santa della dinastia di Árpád è figlia del re Andrea II d'Ungheria e Gertrude di Merano. Elisabetta spesso digiunava, si flagellava e indossava un cilicio. Ha allestito un rifugio per bambini orfani e un ospedale dove lei stessa ha aiutato con la cura dei pazienti. Divenne membro dell'ordine terziario francescano. La leggenda narra che aveva appena dato del pane ai poveri, ma i pani si sono trasformati in rose quando ha cercato di mantenere segreta la sua carità davanti agli occhi del suo marito al quale dispiaceva l’attivitá caritativa di Elisabetta. Ma Dio non voleva che Elisabetta mentisse.

Luogo di conservazione: Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Segnatura: Biblioteca Ambrosiana, Milano, Manoscritti, I 115 Inf 22v
Data: XV secolo

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Una copia ornata del trattato di Enea Silvio Piccolomini sull'educazione dei bambini con lo stemma degli Sforza di Milano. L'aspetto ungherese del De liberorum educatione è che fu scritto per il precettore del giovane re Ladislao V d’Ungheria e Boemia (1440-1457). Il suo autore è il famoso umanista che più tardi entrò nella più alta carica della Chiesa Cattolica come Pio II (1458-1464). La preziosa copia è ora conservata nella Biblioteca Ambrosiana.

Luogo di conservazione: Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Segnatura: Biblioteca Ambrosiana, Milano, Manoscritti, T 7 Sup 2r
Data: 1450

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Lettera di Zsigmond Thurzó, prevosto di Fehérvár, ad Aldo Manuzio tipografo veneziano il 20 dicembre 1501, in cui incoraggiava il suo amico insieme a György Szatmári, vescovo di Várad (oggi Oradea, Romania), a pubblicare le lettere di Cicerone. Il documento originale è conservato presso la Biblioteca Ambrosiana di Milano.

Luogo di conservazione: Veneranda Biblioteca Ambrosiana
Segnatura: Biblioteca Ambrosiana, Milano, Manoscritti, E 16 Inf 2r
Data: 20 dicembre 1501

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